Sottotitolo: Cadute l'Italia ebbe 20 anni di ESPLOSIONE ECONOMICA e DEMOGRAFICA. 6.000.000 di ITALIANI erano ISCRITTI al PAR...
Sottotitolo: Cadute l'Italia ebbe 20 anni di ESPLOSIONE ECONOMICA e DEMOGRAFICA.
6.000.000 di ITALIANI erano ISCRITTI al PARTITO FASCISTA che era al POTERE nel 1939 su 43.800.000 Italiani (le donne non avevano diritto al voto).
"Solo" 150.000 furono i PARTIGIANI a combattere il partito Fascista in Italia.
Chi pensa che la MAGGIORANZA debba ribellarsi alla COVIDCRAZIA, e si incazza perché non vengono nelle piazze, dovrebbe riflettere su questi numeri e sulle dinamiche sociali relative i cambiamenti attraverso le Avanguardie nelle storia umana.
Per gli amici del marketing i partigiani oggi li chiameremmo "Early adopter"?
Per inciso, i partigiani non seguivano leggi ingiuste.
E quello in giacca nella foto era PERTINI.
Seguirà sotto breve biografia su Pertini:
- dalla vessazione della POLIZIA,
- alle CONDANNE che ha subito dai TRIBUNALI ITALIANI controllati dal potere Governativo fascista;
- gli anni di carcere che ha fatto,
- e la CONDANNA A MORTE a cui è fuggito grazie ai partigiani socialisti.
Il più amato e ed il più votato dei Presidenti della storia Italiana, questo è molto altro ha subito da parte del GOVERNO IN CARICA. GOVERNO che OGGI chiamiamo con disprezzo FASCISTA. Ma che all'epoca ripeto era il GOVERNO IN CARICA, guidato da Benito Mussolini, ex dirigente del PARTITO SOCIALISTA, convertito alle idee del nazionalismo.
E quella fu la storia di:
- MUSSOLINI ex dirigente del PARTITO SOCIALISTA,
- e PERTINI, il più amato Avvocato e SOCIALISTA italiano.
Voglio farvi notare 2 fatti storici:
IL PRIMO: come LE DERIVE AUTORITARIE IN OGNI EPOCA trasformano uomini in MOSTRI da combattere.
Perché un conto è essere UOMINI DI DIRITTO, cioè di rettitudine etico morale come PERTINI.
Altra cosa è essere uomini che STORGONO E PIEGANO LA LEGGE come ha fatto MUSSOLINI e come sta facendo CONTE con i suoi DPCM e Decreti incostituzionali.
IL SECONDO: tolte le derive autoritarie (Mussolini fu fucilato) tolto il mostro, il comando autoritario, tolta la paura, l'Italia ebbe 20 anni di ESPLOSIONE ECONOMICA e DEMOGRAFICA (baby boom).
Pertini, breve biografia.
Tratto da: https://www.agi.it/cronaca/news/2020-02-21/pertini-morte-anniversario-7145424/
Pertini nasce a San Giovanni di Stella (Savona), il 25 settembre 1896. Durante la Grande Guerra viene mandato sul fronte dell'Isonzo e gli viene conferita una medaglia d'argento al valor militare.
[...] molti anni dopo, confessò la sua scarsa confidenza con le armi. "Avevo 19 anni quando andai a quella guerra. Ero sottotenente mitragliere e, un giorno, sulla Bainsizza vedo arrivare uno con le mani alzate. Fermi, dico. Si dà prigioniero. Viene avanti, cade nella trincea, e ha il volto a pezzi. Una maschera di sangue. Allora buttai via il caricatore della mia rivoltella e non ce lo rimisi mai più. Da quel giorno, andai sempre all’assalto con una rivoltella senza caricatore".
Alla fine del conflitto si laurea in giurisprudenza e si avvicina alle idee del socialismo riformista di Filippo Turati, che considera il suo "maestro". Prende la tessera del Psu (Partito Socialista Unitario), però, solo dopo l'omicidio di Giacomo Matteotti e pretende che sul documento d'iscrizione ci sia la data della scomparsa del deputato socialista. Subisce ripetute aggressioni da parte dei fascisti e il suo studio di avvocato viene più volte devastato.
Nel 1925 è arrestato per la prima volta per aver diffuso un opuscolo clandestino dal titolo "Sotto il barbaro dominio fascista". Durante l'interrogatorio, davanti al giudice, Pertini rivendica il suo gesto, assumendosi ogni responsabilità.
[...] resta in carcere otto mesi e al suo rilascio riprende l'attività clandestina antifascista. Viene definito dalla POLIZIA "un avversario irriducibile dell'attuale Regime" e condannato a 5 anni di confino. Per fuggire a una nuova cattura si imbarca per la Francia assieme a Turati. La fuga avviene con un motoscafo, che parte da Savona l'11 dicembre 1926 e arriva in Corsica.
[...] La vita dell'esiliato, però, non fa per lui e il 26 marzo rientra clandestinamente in Italia con dei documenti falsi. Lavora per riorganizzare la rete del Partito socialista e progetta un attentato a Mussolini.
Quando si trova a Pisa, però, viene riconosciuto da un fascista di Savona, che lo fa arrestare. Il 30 novembre 1929 è condannato dal Tribunale Speciale a 10 anni e 9 mesi di reclusione e a 3 anni di vigilanza speciale.
Durante il processo, il futuro Capo dello Stato rifiuta di difendersi, non riconoscendo l'autorità del tribunale e alla proclamazione della sentenza scatta in piedi urlando: "Abbasso il fascismo! Viva il socialismo!".
Viene trasferito nel carcere dell'Isola di Santo Stefano. A causa delle sue precarie condizioni di salute, dopo un anno è spostato nel carcere di Turi dove è l'unico socialista e stringe amicizia con Antonio Gramsci.
[...] Nel 1935, finita di scontare la pena in carcere, è inviato al confino, prima a Ponza e poi a Ventotene. Tre anni dopo gli viene dedicata la tessera del PSI (Partito Socialista Italiano): il suo volto compare accanto a quello di altri due socialisti imprigionati, Rodolfo Morandi e Antonio Pesenti. Viene liberato dal confino il 13 agosto 1943, pochi giorni dopo la caduta di Mussolini, dal governo Badoglio.
Torna ad essere un uomo libero dopo 14 anni. Si precipita a Roma per ricostruire il Partito Socialista e viene eletto vicesegretario del Psiup (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria). Ma la libertà dura poco. Il 15 ottobre, al termine di una riunione clandestina, Pertini viene catturato assieme a Saragat e ad altri socialisti.
Sono rinchiusi a Regina Coeli e CONDANNATI A MORTE. La sentenza, però, non viene eseguita grazie a un'evasione rocambolesca organizzata dalle Brigate Matteotti.
Scampato il pericolo, dopo qualche mese, Pertini si sposta nel Nord Italia, ancora sotto il dominio tedesco, e diventa segretario del Psiup per l'Italia occupata.
Il 25 aprile 1945, qualche ora prima della liberazione di Milano, Mussolini chiede e ottiene dal cardinale Schuster un incontro con il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia. Pertini, inizialmente non reperibile, arriva in ritardo e incrocia il Duce che va via.
Arrivato nella sala, dove era da poco terminato l'incontro, mette in chiaro che nessuna trattativa può essere avviata con Mussolini. L'unica possibilità per il Duce è una resa incondizionata. Mussolini, avvertito della posizione di Psiup e Pci, non accetta e cerca di fuggire in Svizzera. Sarà fermato prima di riuscire a varcare il confine e poi fucilato.
[...] Il 2 agosto 1945, dopo la nomina di Nenni a vicepresidente nel governo Parri, Pertini diventa segretario del Partito Socialista di unità proletaria. Un anno dopo viene eletto nell'Assemblea Costituente e sposa Carla Voltolina, staffetta partigiana conosciuta a Torino. Nel 1949, Nenni lo nomina direttore dell'Avanti!, il quotidiano del Partito socialista.
[...] In piena contestazione studentesca, nel 1968, arriva l'elezione a presidente della Camera. L'apice della sua carriera sembra raggiunto, ma il colpo di scena deve ancora arrivare. Nel 1978, nel pieno degli 'Anni di Piombo', il presidente della Repubblica, Giovanni Leone, è tirato in ballo nello scandalo Lockeed e si dimette.
Il Parlamento deve votare il suo successore, ma è paralizzato dai veti incrociati dei partiti. La pressione dell'opinione pubblica cresce di votazione in votazione e porta la politica a decidere: la candidatura di Pertini, dopo qualche giorno di trattativa, è appoggiata da praticamente tutto l'arco costituzionale e l'ex comandante partigiano viene eletto l'8 luglio 1978 con 832 voti su 995, la più larga maggioranza della storia repubblicana.
[...] La sua eredità politica e ideale, è tutta in una frase che pronunciò davanti ai lavoratori dell'Italsider, quando era presidente della Repubblica: "Se non vuoi mai smarrire la strada giusta resta sempre a fianco della classe lavoratrice, nei giorni di sole e nei giorni di tempesta".
Nessun commento