Presa di posizione più che decisa di alcuni esponenti della British Medical
Association: «Via i fondi del Servizio Sanitario Nazionale agli ospedali che
la offrono».
Articolo scritto da Simona Marchetti:
http://www.corriere.it/salute/10_maggio_16/omeopatia-uguale-stregoneria-medici-inglesi_84c88a88-60ea-11df-9feb-00144f02aabe.shtml
Articolo scritto da Simona Marchetti, che come tanti altri mi conferma che il
giornalismo in Italia è in coma o sempre fuori dalle principali testate
editoriali. Posso capire che Simona magari non sappia una cippa di Omeopatia,
ma eppure ha fatto la scuola, ha imparato il metodo scientifico, che poi forse
ha dimenticato, e ci sta (purtroppo), tuttavia “la Reazione” meritava un
minimo di commento fatto da una persona di cultura scientifica.
Perché ad esempio sarebbe stato il caso di dire che l’Omeopatia
funziona perché è un placebo, e i placebo funzionano semplicemente perché
funziona il sistema immunitario dell’uomo (fino a prova contraria 😉
).
E non è vero che l’Omeopatia non ha effetti collaterali, laddove viene
abbandonata una terapia per l’Omeopatia (o il placebo perché questo è il suo
vero nome) senza ottenere risultati, e la malattia si aggrava, questo è un
effetto collaterale.
Quindi fare un paragone tra Omeopatia e Farmaci è come paragonare una cosa che
ha un principio attivo in fisica organica, con uno che ce l’ha sull’umorismo o
sulla psicologia. Si il buon umore aiuta a guarire (eccome) ma in entrambi i
casi non è classificabile tra i farmaci come nemmeno l’Omeopatia. O meglio può
essere inserito tra i farmaci senza
principio attivo.
Quando si parla di diluizioni.
Inoltre, quando si parla di diluizioni, ci si dimentica degli studi di
biologia e di chimica, allora facciamoci aiutare dai chimici, e dai
matematici. Nelle diluizioni Omeopatiche non c’è semplicemente NULLA della
sostanza che si è voluta diluire. Ecco cosa vuol dire 30 diluizioni.
Per fare un esempio: Se prendete 1 bicchiere da 100 ml di cianuro (un veleno
mortale, non fatelo a casa) e ne prendete 1 ml e lo versate in un altro
bicchiere da 100 ml avete fatto una diluizione di 1 parte su 100.
Se da questo bicchiere prendete sempre 1 parte su cento e la versate in un
altro bicchiere da 100 ml. E’ come se aveste preso la prima parte su cento del
primo bicchiere e lo aveste versato in un bicchiere da 10.000 millilitri
(Ovvero 10 litri). Se lo fate per 30 volte avete versato la prima parte in un
bicchiere gigantesco contente
100.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.
di litri.
(1 seguito da 62 zeri).
Giusto per capire di quanti litri parliamo
sono più di 1.000.000.000. (1 miliardo di litri 1 seguito da 9 zeri)
sono più di 1.000.000.000.000.000.000. (1 miliardo di miliardi di litri,
ovvero 1 seguito da 18 zeri)
che dite mi fermo qui?
Perché la cifra è così esorbitante?
Perché nel sistema Omeopatico si prende 1 parte su cento di ogni diluizione e
la si diluisce nuovamente in altre 100 parti di acqua.
Tutti voi conoscete perfettamente le diluizioni, quando salate l’acqua per la
pasta!
Se mette 1 grammo di sale in 100 ml di acqua, l’acqua potrebbe essere un po’
salata.
Se mettete 1 grammo di sale in 1 piscina olimpionica non se ne accorge nessuno
ed una piscina olimpionica ha solamente circa 2.250.000 litri di acqua quindi
un 2 seguito da 6 cifre è molto lontano da un 1 seguito da 62 cifre.
Le Diluizioni si comportano in chimica in modi conosciuti che avete studiato
alle scuole superiori.
Se l’acqua avesse una Memoria del genere come dichiarata dall’Omeopatia,
sia la INTEL che la AMD l’avrebbero già sfruttata per creare delle super
memorie, e dei super computer!
Per dirla in un altro modo forse più vicino alla quotidianità, cosa vuol dire
una 30 diluzioni in omeopatia?
Cosa vuol dire questo in termini fisici? Che avete più probabilità di fare due
volte di fila il super enalotto che trovare una singola particella iniziale
del mio esempio di cianuro nella 30esima diluizione.
Oppure per dirla in modo più pratico. Se fosse vero quello che dice
l’omeopatia, l’acqua che bevete dal RUBINETTO anche se depurata dalla
Municipalizzata, ha in se tutte le sostanze presenti nel mondo, che
considerando quelle inventate dall’uomo sono molto più di 100.000!!
E’ importante ricordare che molti uomini erano convinti che la terra fosse
piatta. E che l’uomo ha scoperto molti secoli prima che era rotonda ed ha
dovuto riscoprirlo più volte per diffondere questa conoscenza. Pertanto non
esiste solo progresso ma anche regresso nella storia dell’uomo (esistono molti
altri esempi). L’Omeopatia è un esempio di regresso, di perdita di conoscenze
scolastiche elementari di Scienze, di Chimica, di Matematica.
E questo è il minimo di cultura che mi aspetto che venga detto da un
giornalista che abbia fatto l’università.
Parole chiave: articoli, giornalismo, metodo scientifico, omeopatia,
regressione.
Commenti recuperati
Il vecchio Bruno 😉 il 2010-05-31 alle 22:57
Eh lo so Luca.. ma tanto la gente ascolta solo quello che vuole ascoltare.
Mi sono fatto un’opinione, che spero tanto sia sbagliata, ma credo proprio sia
giusta: se hai un cervello che funziona ci arrivi da solo che nelle diluzioni
omeopatiche la concentrazione di “roba” è nulla; più in generale, se possiedi
una testa che funziona, ti viene molto naturale ragionare logicamente anziché
fare grandi voli di fantasia, voler essere alternativo, credere in stupidate
megagalattiche evidentemente molto improbabili, scegliere, tra le varie
spiegazioni di fenomeni, sempre la più emozionante anziché la più probabile,
etc.
Invertire queste inclinazioni naturali è quasi impossibile, io ci ho
rinunciato ormai; stimo molto Paolo Attivissimo che ne ha fatto una
professione, ma fondamentalmente credo non sia possibile remare efficacemente
contro la stupidità. Meglio lasciarli nel loro brodo a crepare per selezione
naturale, prendendo i medicinali omeopatici (cioè l’acqua e zucchero, anzi
l’acqua e… basta 😀 ).
Per quanto riguarda la giornalista, lei in fondo all’articolo afferma
“Ecco perché sono convinta che prima di tagliare i fondi destinati
all’omeopatia bisognerebbe pensare alla soddisfazione del pubblico e
considerare che essa ha comunque già un posto nella medicina”.
Nota: secondo questa donna, la medicina non deve curare, ma deve soddisfare.
Questo la dice lunga sull’obiettivo finale dell’articolo e sull’entità tale
che è diventata ormai la separazione che abbiamo dai nostri corpi: non sei
sazio quando ti è passata la fame, bensì quando hai mangiato qualcosa di
soddisfacente; non sei dissetato quando ti è passata la sete, bensì quando hai
bevuto qualcosa di soddisfacente; non sei curato quando ti è passato il male,
bensì quando hai assunto dei farmaci soddisfacenti.
Non si ascolta più il proprio corpo, ma la vocina interiore inculcata da
qualche bombardamento esterno di qualche tipo (pubblicità, santoni,
cartomanti, …).
Non è importante curarsi, ma morire soddisfatti!
Io dico: questi bombardamenti sono i nuovi malanni dell’umanità, i più adatti
sopravviveranno e si adatteranno, i meno adatti periranno (sicuramente molto
soddisfatti).
Così è sempre successo da quando la prima molecola di DNA si è duplicata su
questa pallina di Terra vagante per l’universo e così continuerà a succedere,
e vedremo che razza di umanità ne verrà fuori.
Sempreché la falla nella piattaforma petrolifera non spezzi definitivamente la
catena alimentare…
Il vecchio Bruno 😉 il 2010-05-31 alle 23:04
Ah dimenticavo, dai un’occhiata a questo sito.
E’ autentico. Non è uno
scherzo.
http://theflatearthsociety.org
Luca Notalo.it il 2010-06-01 alle 09:14 in risposta a Il vecchio Bruno
Uahahahahah…… 😀
OK, dopo la risata, un po’ di serietà. Randy Pausch raccontava più o meno
questa storia… quando era un ragazzino che giocava al football: “un aiutante
dell’allenatore mi si avvicinò dopo l’allenamento dicendomi, l’allenatore ti
sta addosso duramente, questo è un bene vuol dire che crede in te! E’ quando
nessuno ti critica più che si sono arresi”.
Nella storia della civiltà umana non c’è stato solo progresso ma anche
regresso, esempi lampanti furono l’uccisione di Archimede da parte dei Romani
(ci vollero 1300 anni per riscoprire le sue scoperte matematiche), la
decadenza di alcune culture elleniche e arabe che già avevano più di 2000 anni
fa calcolato la circonferenza terrestre e divisa in paralleli (per calcolare
ad esempio quante ore di differenza c’erano tra l’alba in una città o in
un’altra, e lo fecero sfruttando le eclissi solari). Chiaro è che guardando
con i nostri occhi in media 🙂 possiamo dire che la civiltà è progredita, ma
se fossimo stati degli studiosi della matematica nel 1600, ne avremmo saputo
meno di Archimede.
Con questo voglio dire che la difesa della cultura, e della scolarizzazione,
anzi della alfabetizzazione culturale scientifica è un punto cruciale per
trasferire l’eredità del sapere raggiunto.
Più che altro i mezzi, i metodi, e i luoghi dove fare questa battaglia, tra
“la disciplina allo studio critico” vs. “l’indole della dimenticanza” conviene
sceglierli oculatamente ;-).
Che tradotto vuol dire che per me sarebbe meglio freddare un simpatizzante
omeopatico con una battuta ironica, e rivolgere le energie verso una migliore
scolarizzazione scientifica, e verso i media e una politica più colta, erudita
che faccia educazione.
Comunque per concludere, la frattura tra la divulgazione narrata (narrativa) e
quella scientifica avvenuta circa due secoli fa, ha prodotto in definitiva una
elite di persone. Dividendo profondamente la società tra chi sa e chi non sa.
Io personalmente mi sento gratificato quanto riesco a convertire qualcuno al
pensiero critico.
I più ricettivi sono i ragazzi ;-). E personalmente non mi arrenderò mai, oggi
forse funziona meglio un eduteinment che una critica aspra.
Ciao.