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(Parla: Fabio Duranti, autore di Radio Radio) C’è tutta una cosa, Enrico,
che non ha una logica. Capisci, quando tu parli, per esempio di ragionevole,
noi quante volte Enrico abbiamo parlato di ragionevolezza delle cose. Ma
possibile che se vuoi dall’altra parte che ci sta ascoltando e vedendo non
avete la percezione che ci sono delle cose che sono irragionevoli e sulle
quali quindi bisognerebbe indagare prima di bersele? Ma può essere
ragionevole una cosa del genere? Può essere ragionevole che noi siamo i
leader mondiali dei morti dei contagiati? Io non lo so se è ragionevole
questo.

(Parla: prof. Enrico Michetti) Ma noi parlavamo di ragionevolezza sui
provvedimenti. Il provvedimento deve essere ragionevole, deve essere
proporzionato e deve essere armonico, cioè si deve adattare perfettamente al
caso di specie. Quando la le la nostra Costituzione scrive “in via generale”
significa che tu non puoi fare discriminazione, laddove limitassi per un
periodo temporale brevissimo la libertà. Non puoi fare di tutto. Già se ci
sono delle categorie che si avvantaggiano di quella limitazione, e altre che
vengono mortificate, già questa è una discriminazione che non può
consentirsi la limitazione. Per cui oggi siamo completamente fuori
controllo.

A parte che la legge che istituisce l’emergenza, la legge 225 quella che ha
istituito la Protezione Civile, perché ricordo che la nostra Costituzione
non prevede emergenza, quella legge prevede che l’emergenza può essere
dichiarata al massimo per sei mesi, e può essere prorogata per altri sei
mesi. Per cui al 31 gennaio di quest’anno l’emergenza è finita.

Non scambiate, l’emergenza è un fatto imprevedibile, ossia se c’è un tornado
dopodomani, io non ho il tempo di adottare attraverso strumenti ordinari i
rimedi per far fronte a quel tornado. Ma se io so che il tornado c’è tra un
anno io ho tutto il tempo di adottare gli strumenti ordinari. E perché
bisogna adottare gli strumenti ordinari e non quelli straordinari? Perché
quelli ordinari sono quelli che promanano dal popolo, che chi no che li
riforma attraverso il parlamento, ossia attraverso un processo democratico.
I poteri invece di ordinanza, quelli straordinari, sono i poteri del
dittatore, dell’organo monocratico, colui che da solo che ti decide: da
domani c’è il coprifuoco, da domani non esci più di casa, da domani quello
che dici non lo puoi più dire.

Ecco allora, questi poteri straordinari, i poteri del dittatore possono
essere consentiti soltanto per lo spazio temporale in ordine al quale tu non
hai il tempo di esperire poteri ordinari. Oggi tu stai tenendo in piedi
attraverso una mala gestio della sanità pubblica una cronica necessità di
strumenti straordinari. Ma non c’è emergenza c’è soltanto inefficienza,
un’inefficienza cronica che viene artatamente scambiata per emergenza.
L’emergenza c’è quando il tratto è imprevedibile.

Guardate la Spagna, il primo impatto se l’ha avuto come noi, terribile, non
sapevano che cosa fare. Dopodiché Madrid, quest’inverno, cioè da qua da
ottobre a oggi, ha chiuso soltanto due settimane. Anzi una settimana.
Perché? Perché hanno preso provvedimenti adeguati. Cosa che non abbiamo
fatto noi. Ma non perché non siamo capaci o perché non siamo capaci a
gestire. O perché come diceva Fabio prima, la mattina diciamo una cosa la
sera le diciamo un’altra, e abbiamo messo tanti impostori, tanti cialtroni,
tanta gente inutile, che paghiamo con i soldi pubblici, che non sono in
grado di far fronte, voglio dire, ad una necessità. Perché oggi èuna
necessità non un emergenza.

L’emergenza c’era quando non la prevedevamo. Il fatto che ci sia uno stato
di difficoltà quello ce l’abbiamo da 50 anni a sta parte, ogni giorno
dobbiamo fronteggiare stati di difficoltà ma la difficoltà non significa
emergenza. L’emergenza è un altra cosa, è quando l’evento è talmente
terribile, talmente esagerato, talmente potente che non ha il tempo di
affrontarlo con strumenti ordinari, con gli strumenti della democrazia e
devi farvi fronte soltanto per quella temporale con gli strumenti del
dittatore.

Ma oggi non c’è emergenza, c’è grande difficoltà dettata dall’incapacità,
dall’incompetenza, dall’assenza della politica, dall assenza di un piano, di
una decisione, da pareri completamente difformi dalla sera alla mattina,
dalla notte al giorno, da gente che sta lì con un cinismo estremo senza
sapere neanche perché ci sta. Questo è il problema vero, cioè il problema
non è l’emergenza, è la cronicizzazione della dell’inefficienza, dettata dal
fatto che abbiamo delle persone elette li e probabilmente non sanno fare il
loro mestiere. Questo è il problema vero.

Perché se andiamo a Cuba e abbiamo un morto al giorno, e non somministrano
vaccini se non una parte minimale, ma curano le persone; se vai in
Australia, hanno fatto un lockdown intelligente; se vai in Svezia è successo
e non mi sembra che siano stati inondati di vaccini.

E poi parliamoci chiaro, tutta questa corsa ai vaccini, ma i vaccini non ce
li abbiamo perché qualcuno probabilmente ha fallito anche lì. Per cui è un
fallimento completo che noi travestiamo con emergenza. Questo è un
fallimento completo, che noi vogliamo dargli il significato di emergenza.
Allora se il fallimento durerà per i prossimi dieci anni noi affideremo a
questi signori il potere del dittatore per i prossimi dieci anni. Non
sostituirsi, non fare in modo che cessi questa mala gestio del paese. No
continuiamo con l’emergenza. Questo è il problema vero perché l’emergenza,
voglio dire, al massimo, ma la legge dice al massimo può essere sei mesi. Ma
che devi fare in sei mesi, per un anno, ma è finita l’emergenza! Che
emergenza? Che non sappiamo che c’è la pandemia?

Cosa non puoi fare con gli strumenti ordinari? C’hai tutti a disposizione.
Cosa non può fare il parlamento? Hanno travolto la Costituzione, l’hanno
travolta, distrutta. Ma sapete perché hanno travolto la costituzione? Perché
la costituzione era fatta da persone talmente per bene, che quando fecero
questo testo, ci fu la cura del testo, fecero un testo umanistico purtroppo!
E non previdero sanzioni, non previdero sanzioni! Ecco perché ogni giorno
impunemente è calpestata. Ecco perché si calpesta il lavoro e per cui la
dignità delle persone! Ecco perché si calpesta la libertà, ecco perché si
calpestano tutti i presupposti per porre il cittadino al centro del paese.

Il lavoratore, colui che che deve essere un artefice della vita politica
istituzionale economica. Non un subalterno, non un suddito, non una persona
da prendere come una vacca e vaccinare, come se coattivamente, magari contro
la sua volontà. O somministrargli qualsiasi altra cosa come facevano con le
atlete del mondo dell’est. E poi si sono visti i risultati ad anni di
distanza come quelle povere ragazze che fine hanno fatto.

Ma figurati, il vaccino, ma ben venga un vaccino, ben venga una cura e ben
venga la prevenzione, ma ci deve essere un orientamento serio dove la
scienza è scienza! Non dove ogni quarto d’ora si cambia indirizzo, dove la
gente non ci capisce più nulla. La barca è senza timone.

(Parla: Fabio Duranti, autore di Radio Radio) Ma non sanno neanche loro gli
effetti, non li sanno, e quindi che cosa ti vuoi che dicano Enrico, non lo
sanno neanche loro, lo scrivono addirittura, non lo sanno.

(Parla: prof. Enrico Michetti) E allora se non governi processi ti dimetti!
Ti dimetti! Io tante volte mi sono dimesso. Non andavo d’accordo con la
dirigenza, ero vice presidente di ACEA settore acque, mi sono dimesso. Non
andavo d’accordo, non con si fa! Tu la pensi in un modo, io la pensa in un
altro, io mi dimetto, ma figuriamoci ti lascio il campo libero e vado a fare
un’altra cosa. E mi ricordo andare in un’azienda del gruppo Poste e poi
andai al consiglio di amministrazione. Ma voglio dire, tutti gli incarichi,
o si mantiene la schiena dritta, o sia è utili o altrimenti ci si dimette!
Questo fa un uomo, questa è la dignità! Perché magari se qualcuno che o lo
può fare meglio di te o perché tu non sei disposto ad avallare un progetto
in cui non credi

No che stanno tutti seduti sullo scranno a prendersi 20mila euro al mese o a
prendersi consulenze di milioni, sulla pelle della gente, perché non hanno
il senso della patria. Cos’è la patria? La patria è rispetto, è rispetto del
denaro pubblico, e se tu non te lo meriti quel denaro sei un impostore e te
ne dovresti andare, questo è.

E questo non lo fa nessuno perché non c’è più dignità. Quando c’è un
italiano in difficoltà in qualsiasi parte del mondo, li c’è la patria da
difendere. E invece non gliene frega più niente a nessuno. Questo è il
problema vero. Non siamo più un popolo, non siamo più una nazione, non
abbiamo più l’orgoglio di essere cittadini italiani. E ci abbiamo milioni di
caduti per la patria, per garantirci la libertà, per garantirsi la dignità,
per garantirci il lavoro, per garantirci lo sviluppo, il benessere.

Roma ci ha lasciato monumenti che potremmo veramente, ma anche i papi, i
papi chiunque è vissuto a Roma che potremmo vivere di rendita einvece
facciamo cose il miserevoli, questo è.

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